Le cellule neoplastiche esprimono
spesso geni che nelle corrispondenti cellule normali sono silenti. Questi geni
possono codificare proteine che forniscono alla cellula vantaggi selettivi per
la crescita o altre caratteristiche quali l'invasivita' e la capacita'
metastatica. La possibilita' di poter rilevare l'espressione di tali geni e'
fondamentale nella diagnosi, prevenzione e terapia dei tumori.
Tecniche molecolari altamente
sensibili, quali la reverse transcriptase polymerase chain reaction (RT-PCR),
consentono di studiare l'espressione di marcatori tumorali a partire da minime
quantità di cellule neoplastiche. Questo approccio aumenta nettamente la
possibilità di diagnosi di micrometastasi rispetto all'esame istologico
classico, anche se coadiuvato dallo studio immunoistochimico. L'utilizzo della
PCR permette infatti di evidenziare la presenza di una cellula maligna in un
milione di cellule normali.
Lo studio dell'espressione di marcatori
tumorali utilizzando la RT-PCR e' sempre piu' diffuso. I geni che possono essere
utilizzati come markers per individuare la presenza delle cellule
neoplastiche devono possedere due caratteristiche: 
a) una elevata specificità e
b) non devono essere espressi nel
tessuto linfatico normale.
Per quanto riguarda il melanoma, i geni
che possiedono queste caratteristiche sono MART-1 e la Tirosinasi
.
La metodica comunemente utilizzata
prevede l'amplificazione mediante RT-PCR di frammenti genici con utlizzo di
primers primers fluorescenti (PF) e l'elettroforesi capillare (CE) su
sequenziatore automatico ABI PRISM 310. L'elettroforesi su capillare
permette di analizzare volumi molto piccoli di reazione con una risoluzione ed
una sensibilita' di circa 20 volte superiore a quella dei metodi elettroforetici
classici.
Campioni biologici su cui è possibile eseguire il test:
Prelievo
ematico in EDTA |
2
ml |